MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO DI MONREALE PER L’ANNO PASTORALE 2019-2020
Carissimi fratelli e sorelle,
ci prepariamo al nuovo anno pastorale nel quale continueremo a fare esercizi di comunione ecclesiale, di discernimento comunitario e di sinodalità sulle tre priorità pastorali che ci siamo prefissati: l’evangelizzazione, le famiglie e i giovani.
Noi membri della Chiesa di Dio pellegrina in Monreale siamo chiamati a camminare insieme come compagni di strada di Gesù Risorto per esprimergli i nostri dubbi e le nostre delusioni, farci illuminare dalla sua Parola, sperimentare la sua dolce presenza nella frazione del pane eucaristico e annunciare e testimoniare a tutti la gioia del Vangelo.
Il nostro cammino è animato e consolato dallo Spirito Santo, sotto la cui ala e nella cui forza, avanziamo insieme cercando il Regno di Dio.
Si tratta di un cammino da fare insieme e a tal proposito, sulla scia del recente documento della Commissione teologica internazionale, approvato da papa Francesco, che v’invito ad approfondire, “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa” (SVMC), propongo alcune riflessioni.
“Sinodalità” non è una parola magica alla moda, che serve a rilanciare una pastorale che ha perso il cuore e l’entusiasmo degli inizi, e neppure una semplice procedura operativa, ma la forma peculiare in cui la Chiesa vive e opera.
La sinodalità è la cartella clinica dello stato di salute della pastorale della nostra Chiesa.
“La sinodalità – ha detto papa Francesco – è dimensione costitutiva della Chiesa, così che quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola sinodo […]. Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa nel terzo millennio” (cfr. SVMC, 1).
La Chiesa sinodale fondata da Gesù è un popolo di figli e, di conseguenza, un popolo di fratelli e di sorelle, che camminano e decidono insieme facendo ciascuno la propria parte nella comunità e per la comunità.
La sinodalità deve caratterizzare la vita della Chiesa in uscita che va verso la comunità degli uomini, verso le piaghe tristi delle povertà vecchie e nuove e quelle doloranti delle divisioni e delle inimicizie. Essa indica lo specifico modo di vivere e di operare della Chiesa, Popolo di Dio, che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione, nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea, nella partecipazione responsabile e ordinata di tutti i suoi membri, che leggendo i “segni dei tempi”, si impegnano come discepoli missionari nella nuova evangelizzazione.
Tutti i membri della Chiesa sono corresponsabili della vita e della missione della comunità e tutti sono chiamati a operare secondo la legge della mutua solidarietà nel rispetto degli specifici ministeri e carismi, in quanto ogni membro attinge la sua energia dall’unico Signore (cfr. 1Cor 15,45), dall’unico Spirito e dall’unico Dio e Padre.
Se la sinodalità non diventa l’atmosfera in cui si respira la comunione trinitaria da cui germoglia, se non è un modo abituale di relazionarsi nella Chiesa, la programmazione di qualsivoglia Sinodo è destinata a deludere se non a fallire.
La dimensione sinodale della Chiesa esprime il carattere di soggetto attivo di tutti i Battezzati e insieme lo specifico ruolo del ministero episcopale in comunione collegiale e gerarchica con il Vescovo di Roma.
Questa concezione della Chiesa invita a promuovere il dispiegarsi della comunione sinodale tra “tutti”, “alcuni” e “uno”.
A diversi livelli e in varie forme, la sinodalità implica l’aspetto comunitario che include l’esercizio del senso della fede di tutto il Popolo di Dio (tutti), il ministero di guida del collegio dei Vescovi, ciascuno con il suo presbiterio (alcuni), e il ministero di unità del Vescovo nella sua Chiesa particolare e del Papa nella Chiesa universale dove è chiamato a confermare i fratelli nella fede e a presiedere nella carità alla comunione di tutte le Chiese (uno). (cfr. ibid. 64)
La circolarità tra il senso della fede di cui sono insigniti tutti i fedeli, il discernimento operato ai diversi livelli e l’autorità di chi esercita il ministero pastorale dell’unità e del governo descrive la dinamica della sinodalità.
Tale circolarità promuove la dignità battesimale e la corresponsabilità di tutti, valorizza la presenza dei carismi effusi dallo Spirito Santo nel Popolo di Dio, riconosce il ministero specifico dei Pastori, garantendo che i processi sinodali si svolgano in fedeltà al deposito della fede e in ascolto dello Spirito Santo per il rinnovamento della missione della Chiesa.
Il rinnovamento della vita sinodale richiede di attivare processi di consultazione dell’intero Popolo di Dio.
L’assioma della tradizione cristiana “Ciò che riguarda tutti deve essere trattato e approvato da tutti” non va inteso nel senso del conciliarismo a livello ecclesiologico né del parlamentarismo a livello politico. Aiuta piuttosto a pensare ed esercitare la sinodalità nel seno della comunione ecclesiale. (cfr. ibid., 65)
Nella Chiesa deve valere il principio: “Mai senza l’altro, mai contro l’altro, mai al di sopra dell’altro, mai all’insaputa dell’altro”.
Nella Chiesa particolare sono previsti in forma permanente diversi organismi deputati a coadiuvare in vario modo il ministero del Vescovo nell’ordinaria guida pastorale della Diocesi quali ambiti permanenti di esercizio e di promozione della comunione, del discernimento comunitario e della sinodalità. Tra questi, il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale , il Collegio dei Consultori, il Consiglio per gli affari economici, la Curia diocesana con i vari uffici pastorali, la Consulta diocesana per le Aggregazioni laicali, le Assemblee diocesane.
Anche nelle parrocchie sono previste due strutture di profilo sinodale: il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici, con la partecipazione dei cristiani laici nella progettazione pastorale.
Perché questi organismi promuovano un’effettiva comunione, sono necessari la conversione del cuore e della mente e l’allenamento ascetico all’accoglienza e all’ascolto reciproco di tutti suoi membri. Diversamente questi strumenti di partecipazione ecclesiale potrebbero trasformarsi in strutture burocratiche e i loro membri in semplici maschere senza cuore né volto.
In una prospettiva sinodale, è essenziale la partecipazione dei fedeli laici, che sono l’immensa maggioranza del Popolo di Dio. Si ha molto da imparare dalla loro partecipazione alle diverse espressioni della vita e della missione delle comunità ecclesiali, della pietà popolare e della pastorale d’insieme, così come dalla loro specifica competenza nei vari ambiti della vita culturale e sociale.
E’ importante anche il coinvolgimento nella vita sinodale della Chiesa delle comunità di Vita consacrata, dei Movimenti e delle nuove Comunità ecclesiali. Tutte queste realtà, spesso sorte per impulso di carismi donati dallo Spirito Santo per il rinnovamento della vita e della missione della Chiesa, possono offrire esperienze significative di articolazione sinodale della vita di comunione e dinamiche di discernimento comunitario, insieme a stimoli nell’individuare nuove vie di evangelizzazione.
I nostri progetti pastorali devono essere frutto di un cammino paziente e perseverante fatto assieme, in cui tutte le persone e tutte le realtà siano coinvolte, in uno stile di condivisione. Si tratta di promuovere una cultura dell’incontro che privilegi il dialogo come metodo, educandoci a vivere uniti e rispettosi nella nostra diversità.
Dobbiamo evitare le tentazioni del campanilismo, che porta a rinchiuderci nella torre d’avorio delle nostre chiese e delle nostre sacrestie, alimentando le contese e le gelosie del clericalismo che emargina i laici, del fariseismo che porta a codificare la fede in regole e istruzioni da imporre agli altri, invece di trasmettere il fascino e la bellezza dell’esperienza cristiana.
E importante condividere cammini comuni di evangelizzazione e di catechesi in preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana e al matrimonio senza concorrenze sleali e sconti che disorientano i fedeli.
Nelle “équipes” costituite nei vari Vicariati sull’evangelizzazione, sulla pastorale familiare e giovanile siamo chiamati a essere segno di una Chiesa in ascolto e in cammino.
Affidiamo il nuovo anno pastorale a Maria SS. Odigitria, stella della nuova evangelizzazione e ai nostri santi e beati, perché ci aiutino a camminare insieme nella comunione sulla via della santità, per una conversione missionaria delle nostre comunità a servizio del nostro territorio.
Benedico con affetto tutti e ciascuno.
Monreale, 1 Settembre 2019
+ Michele Pennisi