di Francesco Inguanti
Il salone del Palazzo Arcivescovile di Monreale è stato il degno palcoscenico della presentazione del libro ‘Dialogo sulla corruzione. Giustizia e legalità, impegno per il bene comune’, Editoriale Scientifica, avvenuta venerdì 31 gennaio.
Il libro, scritto a due mani da Claudio Sammartino, prefetto di Catania, e da mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, è arricchito dall’introduzione del giudice emerito della Corte costituzionale Sabino Cassese.
Di fronte ad una qualificata presenza di autorità civili e militari ne hanno parlato Carlo Mosca, già prefetto e consigliere di Stato, Giuseppe Pignatone, procuratore e presidente del tribunale dello Stato della Città del Vaticano e Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera. Il giornalista Salvo Toscano ha moderato l’incontro.
L’idea del libro parte da lontano, come ha spiegato preliminarmente mons. Pennisi, e precisamente da due convegni tenuti a Monreale rispettivamente nel 2017 e nel 2018, sui temi legati alla lotta alla corruzione, ai quali prese parte proprio Claudio Sammartino, allora commissario dello Stato in Sicilia e dall’impegno profuso dal giornalista Giuseppe Di Fazio che in più riprese ha messo attorno al tavolo Pennisi e Sammartino, sottoponendoli ad un fuoco di ila di domande cui non si sono mai sottratti e chiedendo sempre di accompagnare le risposte col racconto di vicende personali di cui sono stati testimoni o protagonisti.
La presentazione è stata occasione per un articolato dibattito a più voci cui i tre relatori hanno portato il contributo delle personali esperienze maturate sul campo.
Il leitmotiv della serata è stato dettato da mons. Pennisi quando ha affermato che “per sperare in un reale cambiamento urge formare una nuova coscienza di fronte alla corruzione e alla mafia”. Affermazione condivisa in tutti gli interventi che i singoli relatori hanno approfondito a partire dalle competenze ed esperienze acquisite sul campo.
Per primo il curatore della collana Carlo Mosca, già prefetto e consigliere di Stato, che ha descritto la linea tematica sottesa alle riflessioni dei due autori. Il punto di riferimento è stato innanzitutto il Dettato costituzionale e la dialettica sempre viva e mai sopita tra rispetto dell’altro e tutela dell’interesse generale. Facendo ricorso ad alcune affermazioni contenute nel libro ha evidenziato la necessità della costruzione di una rete di contrasto alla corruzione in cui la Chiesa e le Istituzioni civili sono chiamate ad adoperarsi ciascuna per le proprie funzioni. Per illustrare l’importanza e la responsabilità degli uomini delle istituzioni, e in particolare la figura del Prefetto, si è spinto fino ad affermare che il Prefetto può essere in un certo senso assimilabile ad un santo laico, cogliendo e sintetizzando in tal modo le esperienze di Pennisi e Sammartino presenti nel libro.
Sulla necessità di cambiare mentalità, ha focalizzato l’attenzione anche Giuseppe Pignatone, presidente del tribunale dello Stato della Città di Vaticano, approfondendo un tema ben presente nel libro: il rapporto tra
corruzione e mafia. Infatti i due fenomeni vanno tenuti distinti perché esiste corruzione senza mafia, anche se la corruzione è sempre un grande ausilio per il radicarsi della mafia. Ha poi voluto citare una sua affermazione riportata da Sammartino nel libro ove afferma che bisogna superare la convinzione che un po’ di corruzione giovi, in fondo, al funzionamento del sistema. Ha invitato tutti a rifuggire da questa tentazione che rischia di generare, se non fermata in tempo, effetti ben più gravi di quelli già evidenziati.
Molto appassionato, com’è nel suo stile, l’intervento di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, tutto incentrato sull’educazione e le criticità del nostro sistema educativo, ribadendo il ruolo centrale della formazione e dell’educazione in questo percorso di promozione della cultura necessaria per combattere la corruzione. Ha poi voluto mettere l’accento sul rischio che l’impegno per la legalità diventi un idolo, invitando i presenti a coniugarla sempre con l’impegno per la giustizia.
L’ultimo intervento è stato del prefetto Sammartino che nel corso del ringraziamento conclusivo ha spiegatocome il messaggio lanciato con il libro vuole essere di carattere metodologico evidenziando anche lui la necessità di lanciare alleanze tra le istituzioni, con la società civile, con i cittadini ma per servire meglio il cittadino e per servire meglio il bene comune.