di Rosanna Laplaca
Si è svolto nei giorni scorsi il X° Festival della Dottrina Sociale con un intenso programma che ha visto anche iniziative decentrate a livello Regionale. Nell’occasione mons. Michele Pennisi, ricordando don Adriano Vincenzi infaticabile animatore delle nove edizioni precedenti, ne ha ricordato l’operato affermando che “Don Adriano è stato il fondatore e l’animatore principale del Festival della dottrina sociale della Chiesa, per farla uscire dal chiuso delle sagrestie e dei circoli ristretti e farla diventare non una roba da museo, una realtà imbalsamata, ma una realtà di popolo riguardante la vita delle persone concrete”.
A livello regionale si sono svolte alcune importanti iniziative, la più importante delle quali è stata promossa dall’Alleanza contro la Povertà in Italia. Si tratta di 35 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei Comuni e delle Regioni, Sindacati, organismi di varia natura ed orientamento culturale unite per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro l’indigenza nel nostro Paese. L’Italia, infatti, malgrado i reiterati tentativi fatti da tutti i Governi, manca di una strategia nazionale di contrasto alla povertà. Tra le tante proposte avanzare dalle 35 sigle, la più importante è il Reddito di Inclusione Sociale (Reis) rivolto alla povertà assoluta.
Un interessante confronto ha avuto per tema: “Costruire comunità inclusive, solidali e fraterne”. Abbiamo chiesto a Rosanna Laplaca, Portavoce regionale dell’Alleanza contro la povertà un contributo di merito.
Le difficili condizioni economiche e sociali che le nostre comunità stanno vivendo, aggravate dall’emergenza sanitaria, acuiscono le disuguaglianze sociali e non possono essere affrontate con l’attuale sistema di welfare, sfilacciato e inadeguato, con profonde differenze territoriali ed incapace di sostenere le famiglie sempre più in solitudine a gestire la fragilità al proprio interno.
L’Alleanza contro la povertà siciliana sollecita le istituzioni ed il governo regionale a creare quella architettura, l’infrastruttura sociale, in grado di sostenere e rafforzare la presa in carico, da parte dei servizi pubblici territoriali, delle povertà tutte e garantire percorsi di inclusione che non lascino indietro nessuno.
È urgente che il governo regionale intervenga per creare una rete sociale solida e strutturata, che sappia coordinare gli interventi delle istituzioni e finalizzare le risorse economiche ai bisogni delle persone, con una efficace capacità di valorizzare le risorse delle comunità e le potenzialità delle persone con un’azione generativa e di sviluppo delle comunità stesse.
Trasformare il disagio e le difficoltà diffuse in processi resilienti in cui vivere la prossimità come processo culturale ed economico che crei opportunità inclusive di attivazione delle persone e dei nuclei familiari, di partecipazione alla costruzione del bene comune e di cittadinanza attiva.
La crisi e l’emergenza sanitaria e sociale dimostrano, soprattutto in Sicilia, come abbiamo bisogno di un agire civico orientato dai criteri di sussidiarietà, della cura e della presa in carico delle fragilità, delle reti impegnate a lavorare per il bene comune. La crisi economico-sociale della Sicilia, già profondamente in emergenza ancor prima della pandemia, sta facendo registrare livelli di povertà crescenti, tassi di povertà materiale ed educativa dei minori troppo elevati, un aggravarsi delle solitudini delle persone sempre meno in grado di mantenere livelli di vita dignitosi per sé e per i familiari.
Nella tappa palermitana del X Festival della Dottrina Sociale della Chiesa abbiamo toccato con mano il bisogno crescente di comunità inclusive, in particolare la tavola rotonda del 25 novembre Costruire comunità inclusive, solidali e fraterne ha messo in luce la profonda ricchezza umana e sociale degli operatori di tante associazioni e organizzazioni che hanno testimoniato il quotidiano impegno nella costruzione di reti di fiducia. Ancor più importanti in questa fase di emergenza, le reti solidali non solo integrano, ma spesso si sostituiscono alle istituzioni nella creazione di soluzioni e sostegno alle fragilità delle persone, alle vecchie e nuove povertà del nostro tempo.
Ed è proprio nei mesi passati che le realtà del Terzo settore hanno gestito l’emergenza sin dal suo insorgere con una rete capillare e sussidiaria di interventi che ha permesso di fronteggiare l’emergenza, a partire da quella alimentare in forte aumento e che richiede un’inedita reazione solidale di tutta la società civile.
La Colletta alimentare, quest’anno dematerializzata a causa dell’emergenza sanitaria ed estesa fino all’8 dicembre, va diffusa e sostenuta più che in passato, perché attraverso le donazioni si metta in atto uno straordinario sistema di solidarietà a sostegno delle tante persone in grave difficoltà.
Serve un cambio di paradigma che ponga la persona al centro con le sue reti di relazioni familiari e comunitarie, in grado di riorganizzare servizi e risorse, di monitorarne gli esiti e valutarne l’impatto sociale, insieme al Terzo settore che rappresenta una risorsa preziosa per la programmazione delle strategie comunitarie di politiche sociali, con una visione strategica di sviluppo sostenibile dove nessuno sia più ai margini.