di Francesco Inguanti
Raccontare, seppur in forma breve, come precisa il sottotitolo del libro di Vincenzo Ceruso, “Una rivoluzione cristiana: breve storia della Comunità di sant’Egidio” (Il Pozzo di Giacobbe, Trapani) le vicende della Comunità di Sant’Egidio non è cosa semplice. Non solo perché si tratta di raccontare vicende di oltre 53 anni, ma soprattutto perché esse hanno coinvolto tantissime persone e si sono svolte in tantissimi scenari internazionali.
Vincenzo Ceruso riesce a intrecciare la cronologia degli avvenimenti con una loro “classificazione” per grandi tematiche. Ciò consente al lettore di cogliere innanzitutto il senso di questa storia e con esso l’incidenza che ha avuto nella storia della Chiesa e dell’Italia.
Per chi non conosce le vicende di Sant’Egidio si tratta di leggere uno strumento agile ed efficace che rende ragione anche di un stereotipo che vuole questa significativa esperienza ecclesiale schiacciata su un impegno prevalentemente politico e per giunta di livello internazionale.
Le tante vicende umane di cui è intrecciata la storia di questi oltre 50 anni evidenziano invece come fondamentale sia stata e sia tutt’ora la dimensione della carità, quella che ha fatto muovere i primi passi tanti anni fa ad alcuni e come seguirne l’evolversi in seguito sia stata proprio la fedeltà ad essa e alle sue implicazioni. Nessun disegno preconfezionato, nessuna strategia, mai un passo più lungo della gamba.
L’altra gamba dell’esperienza di Sant’Egidio è la preghiera. Ad essa si fa riferimento quasi ad ogni pagina. Una preghiera comunione e pubblica sempre rivolta agli altri e chiamata innanzitutto a sostenere i singoli per farne dimensione di vita quotidiana.
Questi due pilastri consentono all’architrave della politica portata avanti con acume e saggezza in tanti anni a trovare la sua giusta posizione, mai prevaricatrice né dell’esperienza religiosa né dell’esperienza politica dei tanti interlocutori con cui si è confrontata.
Anche le numerose note e citazioni svolgono un compito propositivo. Invitano a saperne di più, a conoscere meglio la vita non solo dei suoi esponenti più significativi, primo tra tutti Andrea Riccardi, ma anche di tanti altri che hanno dato un contributo significativo alla edificazione di questo pezzo di Chiesa italiana.
Alla fine della lettura questa curiosità spinge il lettore a volerne saperne di più in sede locale. A conoscere le iniziative nelle città in cui è presente. A conoscere le tante persone che si sono coinvolte nell’esperienza. E in definitiva a scoprirne il segreto, quello legato alla sua capacità di attraversare più di 10 lustri della storia italiana e mondiale, costellati di tanti problemi e di tanti drammi, senza perdere l’originalità.
Il senso di tutto ciò è indicato con chiarezza nell’introduzione: “Mai come questa volta il protagonista del libro non è l’autore, ma sono le migliaia di uomini e donne che hanno speso la loro vita per rispondere alla sequela evangelica”.
Questo obiettivo è brillantemente raggiunto da Vincenzo Ceruso. Ed è quindi un buon motivo per leggere il libro.