di Francesco Inguanti
“Sono passati più di cinquant’anni dalla pubblicazione di Lettera a una professoressa ma non so se qualcuno abbia mai risposto agli studenti che l’hanno scritta”.
Così esordisce nell’introduzione Marco Pappalardo nel suo ultimo libro: “Cara scuola ti scrivo … L’attualità di Lettera a una professoressa”, San Paolo, 2022, con la manifesta intenzione a provare a rispondere personalmente, anche se è passato più di mezzo secolo.
Lo fa con una modalità alquanto originale. Spezzetta l’intera opera dei ragazzi di Barbiana in capoversi di non più di 5 o 6 righe e ad essi risponde con al massimo altre 20 righe. Ne deriva un testo molto agile, seppur di circa 250 pagine, in cui l’autore mette in gioco e comunica sé stesso e la sua pluriennale esperienza didattica negli istituti superiori della provincia di Catania.
In tal modo il lettore può anche non seguire rigorosamente lo svolgimento delle pagine, ma provare a trovare le risposte di Pappalardo ai tanti problemi, alle tante questioni che la scuola italiana offre.
Per questo motivo il volume si trasforma gradatamente nelle mani del lettore in una sorta di “diario di bordo”, scandito più che da una sequenza temporale, da una scansione tematica.
Per agevolare la lettura, da buon docente, accompagna ogni capitolo da un titolo e da una serie di paragrafi tutti accuratamente intitolati, che consentono al lettore di scegliere volta per volta l’argomento che più lo interessa e lo appassiona.
Ovviamente l’esperienza didattica di Pappalardo è molto diversa da quella dei ragazzi di don Milani, non foss’altro perché è cambiata la società e con essa la scuola, ma l’autore non ha la pretesa di dare risposte, di rispondere colpo su colpo, come accadde negli anni di Barbiana; lo scontro ideologico non c’è più, o, forse meglio, si è attenuato e ha mutato pelle, ma la scuola continua ad essere luogo di incontro, e talvolta di scontro tra docenti, studenti e genitori.
Trattandosi più di un diario che di un saggio, il libro si legge con facilità e genera passione a partire dai tanti fatti che racconta e dai tanti personaggi che prendono corpo.
Chi vuole può utilizzarlo anche come vademecum, un agile strumento ove trovare risposte ad alcune tematiche fondamentali, intramontabili e talvolta irrisolte della nostra scuola.
Così chi vuole può comprendere meglio perché in Italia, malgrado le leggi, la scuola paritaria non decolla; perché bisogna studiare alcune materie, a partire dal latino, problematica che affliggeva i ragazzi di Barbiana impegnati di più nella coltivazione dei campi che non nel permanere nelle biblioteche; ecc. Pappalardo, grande appassionato di strumenti e problematiche multimediali, riesce a dialettizzare con il mondo di Barbiana e gli strumenti telematici oggi a disposizione degli studenti; e riesce soprattutto a offrire uno spaccato della vita scolastica in cui studenti e docenti cercano ciascuno per la propria parte a non essere nemici, come talvolta certi fatti di cronaca fanno conoscere, ma vivono accomunati da una medesima preoccupazione: utilizzare al meglio il tempo dedicato alla preparazione alla vita, per poter poi meglio giocare la propria vita da adulti.