Sub Tutela Dei: la mostra su Rosario Livatino al Meeting di Rimini/2

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di Francesco Inguanti

Pubblichiamo oggi la seconda parte dell’articolo che racconta come è nata e si è sviluppata la mostra del Meeting di Rimini di quest’anno dal titolo: Sub Tutela Dei, sulla figura del beato Rosario Livatino.

Tra i soggetti promotori della mostra vi è anche il Centro Culturale di Palermo. Ne chiediamo la ragione a Salvo Taormina, che proprio da Palermo ha dato il suo personale contribuito.

“Un comune amico dei curatori della mostra – inizia -, mi ha messo al corrente della loro intenzione di voler dare vita ad una mostra dedicata a Rosario Livatino, colpiti dall’incontro fatto con la sua persona e la sua vicenda umana”. Gli chiediamo di dirci lo specifico contributo da lui offerto come siciliano e come cristiano facente parte della Chiesa siciliana. “Il mio contributo è stato rivolto specificatamente al percorso che la Chiesa siciliana ha fatto proprio a partire dagli omicidi di Falcone, Borsellino, Livatino e Puglisi e ai temi connessi alle persone dei due beati che l’ha condotta ad un cammino di autocoscienza in forza del loro martirio e di conseguenza alla specificità con cui il cristiano deve stare di fronte alla resistenza alla mafia”. Chiediamo allora come hanno fatto a superare il migliaio di chilometri di distanza che li separavano. “Gran parte del lavoro è avvenuto a distanza con incontri periodici sul web; il lavoro è stato veramente intenso, continuo, articolato, e certamente continuerà. Così è nato man mano il coinvolgimento con tutti i curatori e l’organizzazione del lavoro e la divisione dei compiti”.

Nella prima sala della mostra c’è una poesia di Davide Rondoni. Prima di andar via abbiamo il tempo di chiedere un suo commento. “Quando gli amici del Centro Studi Rosario Livatino mi hanno chiesto di partecipare alla pubblicazione di un libro su Livatino con questa poesia esposta anche al Meeting, ho detto subito sì perché non si può scrivere solo su commissione, ma bisogna sapersi misurare con questioni che non nascono solo dalla personale ispirazione, ma vengono incontro. Tanto più nel caso di una figura come quella di Livatino e di tutte le figure attraversate da un destino tragico; queste persone attraversate da una luce magica chiedono parole il più possibili adeguate e non retoriche. La poesia può essere questo”.

Roberta Masotto aggiunge e precisa: “Il lavoro delle interviste è stato particolarmente faticoso ed esaltante: si è trattato di individuare e realizzare tante interviste, che in totale hanno superato le 5 ore di registrazione, a testimoni dei fatti accaduti. Io e Guido ci siamo recati per alcuni giorni a Palermo, Canicattì, Caltanisetta ed Agrigento tornando arricchiti di quanto abbiamo visto ed ascoltato”.

Riprendiamo la conversazione con Salvo Taormina. “Grazie al lavoro preparatorio dei mesi precedenti ho offerto il mio contributo di conoscenze e rapporti a Guido e Roberta in occasione del loro viaggio in Sicilia. Ad alcune interviste ho partecipato direttamente e si è trattato di una ulteriore significativa e positiva esperienza che ha contribuito a rinsaldare i legami di stima e amicizia che già esistevano. Anche attraverso la mia persona è accaduto il coinvolgimento del Centro Culturale “Il Sentiero” di Palermo che è stato poi tra i soggetti organizzatori della mostra”: Gli chiediamo una valutazione finale. “L’elemento più prezioso scaturito da questi lunghi mesi di lavoro è il tipo di amicizia che si è stabilita tra tutti noi curatori, perché in una sostanziale diversità di percorsi professionali, di dislocazione geografica, è venuto fuori un arricchimento che pensato a tavolino sarebbe stato difficile realizzare.  Un altro dei frutti è stata la qualificata presenza di visitatori alla mostra, come ad esempio quella del Presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo, che proprio alla fine della visita, accanto alla reliquia (la camicia insanguinata del giudice assassinato), ha chiesto alla guida il microfono per ringraziare tutti i presenti, dicendo di voler portare la mostra nel Palazzo di Giustizia di Palermo, come esempio per tutto il proprio ambiente giudiziario”.

Prima di congedarci c’è tempo di cogliere al volo il giudizio di alcuni visitatori. Simone da Torino dice: “E’ molto bella; Livatino è un grandissimo esempio di una persona che attraverso l’ordinario ha reso una grande testimonianza. Non lo conoscevo e proprio per questo motivo mi porto il suo esempio come una opportunità e una provocazione per la mia vita”.

Matteo da Imola aggiunge: “Il modo di lavorare di Livatino era contagioso. È stato ucciso perché divenuto scomodo a causa del suo stesso modo di lavorare. Era un pericolo e per questo è statio eliminato”.

Claudia da Torino. “La visita è stata un bel colpo. Sembra che il mestiere del giudice debba significare distacco dalla vita, altrimenti si fa troppo coinvolgere dagli avvenimenti. Ma questo vale per ogni tipo di professione. Ed invece Livatino è stato uno che è andato oltre. Mi ha colpito la sua decisione di recarsi in tribunale il giorno di ferragosto per consentire a due persone di tornare in libertà. Questo dà l’dea della sua umanità”.

Chiara da Reggio Emilia. “Conoscevo la figura di Livatino ma non approfonditamente. Ciò che mi ha colpito di più è sentire che in molti lo pregano. È segno che lui opera”.

Nino da Reggio Emilia. “Tornato a casa voglio approfondire la figura e l’opera del beato. Certo la sua testimonianza è veramente unica soprattutto in questi tempi. Poi mi ha stupito la reliquia. Sono oggetti che nessuno si aspetterebbe mai di trovare tra gli oggetti di una reliquia”.

Elena Ricci da Cesena. “Mi è piaciuta molto. Penso sia una mostra che possa costituire per chiunque un esempio per come porsi nella propria vita e nel proprio lavoro”.

Andrea Soncioni da Rimini.” Conoscevo Livatino ed inoltre siamo stati ad Agrigento due settimane fa, ma la mostra ci ha fatto conoscere e capire meglio la figura del magistrato. Ci ha colpito il fatto che Livatino ha testimoniato tutto il senso della sua vita facendo una vista ordinaria.”

Lorenzo “Mi ha colpito tantissimo la sua testimonianza perché era un giudice cristiano, ma non lo diceva. Non conoscevo e non pensavo potesse avere delle caratteristiche umane e professionali così belle. Era il riferimento di tanti colleghi. Sembra una persona di un’altra epoca. Una mostra così andrebbe esposta in tutti i tribunali”.

Claudio dall’Abruzzo. “La mostra è veramente ben fatta, ben organizzata e abbraccia tuti gli aspetti della vita di Livatino, a cominciare dall’impegno profuso nello studio per divenire magistrato. E poi colpisce la sua professionalità, la sua e intelligenza e semplicità. Lo conoscevo già. Basterebbe vedere gli occhi di questo beato per capire come sia stato in grado di dare la sua vita per una missione così importante, una missione civile prima di tutto e poi anche cristiana”.

Matteo da Verona: “Livatino è per me un cristiano profondamente credente che proprio perché profondamente credente ha fatto una serie di cose straordinarie La prima di questa è il fatto che ha affrontato sia lo studio che l’approfondimento universitario e anche il lavoro in maniera molto seria Ma non per moralismo, ma perché era parte integrante della sua esistenza. Lo stesso si può dire del rapporto con gli amici con i colleghi con tutte le persone con cui aveva a che fare; anche con i genitori aveva un rapporto straordinario. Quando ha compreso che poteva essere ucciso, dopo un periodo pesante della sua vita, che nella mostra viene definito della notte scura, dice sì, torna a comunicarsi e accetta questa possibilità, che era molto alta, anche se non ne abbiamo le prove.”.

Sono ormai le 22.40. Cominciano a spegnersi anche le luci della grande sala. All’ingresso della mostra c’è ancora una coppia che aveva prenotato la visita. Vista l’ora ritengono di rinunciare. Roberta Masotti pensa però che non sia giusto farla andare senza che abbia conosciuto Rosario. Decide perciò una visita tutta per loro, forse un po’ più breve, ma solo per loro. Porteranno a casa questo ulteriore ricordo.

Adesso la mostra inizierà la sua seconda vita. Ne saranno fatte delle copie che potranno essere noleggiate e esposte in tutte le città d’Italia. Chissà quante altre persone saranno colpite dalla personalità di Rosario Livatino!

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