Prima Assemblea sinodale: Testimonianza di Antonina Bommarito

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Sono Antonina Bommarito, ho 23 anni e vivo a Terrasini. Faccio parte della parrocchia Maria S.S. del Rosario e, in particolare, del Cammino Neocatecumenale. Attualmente studio all’Università di Palermo “Beni Culturali: conoscenza, gestione e valorizzazione – Indirizzo: Patrimonio e Turismo culturale”. 

Con i neocatecumeni ho tantissimi memoriali acquisiti durante questi anni: le convivenze, ho ascoltato tanta Parola e ho partecipato a tantissimi pellegrinaggi organizzati appositamente per i giovani delle comunità. Uno degli ultimi è stata la GMG2023 a Lisbona dove la parola principale era “Non avere paura”. Questa GMG mi ha particolarmente toccata. Ha sbloccato i limiti che mi ero creata, rendendomi sempre più propensa alla missione per essere uno strumento di Dio e per portare questa parola di salvezza. In questi anni ho sperimentato che tutti siamo umani e che tutti commettiamo errori ma non per questa ragione siamo condannati. Principalmente mi riferisco alla presenza dei giovani. Spesso veniamo etichettati come “troppo piccoli per avere dei seri problemi nella vita di tutti i giorni”. In questi ultimi tempi qualcosa sta cambiando: si sta entrando nella consapevolezza che i giovani vivono all’interno del “Cambio d’Epoca”. Quest’ultimo li sta segnando nel più profondo. Abbiamo bisogno di ricevere l’opportunità di essere ascoltati; è necessario puntare sui giovani; è necessario “lasciare parlare i giovani”. Sono giunta con questo cuore pieno di speranza ai Tavoli Sinodali di Roma. Quando il mio parroco mi ha proposto questa piccola missione, non ci credevo. Non riuscivo a credere che io fossi quella più adatta per questo scopo così importante. Il Signore agisce veramente per vie misteriose. Ho subito accettato e, anche se con qualche timore, ho affidato tutto a Cristo.

La prima Assemblea sinodale delle Chiese che sono in Italia, svoltasi a Roma dal 15 al 17 novembre 2024, mi ha particolarmente entusiasmata e stupita. Ho conosciuto tantissime figure, organizzazioni, movimenti… Mi sono sentita accolta e coccolata. Sono state tre giornate curate minuziosamente, nulla è mancato, anzi – a mio parere – è stato fatto anche di più. La sinodalità è stata veramente palpabile, la gioia di conoscersi, di rivedersi, di presentarsi e di scambiare opinioni. Il tutto fatto da persone diverse ma che condividevano la stessa cultura: la speranza e la missione. Spinti dal bisogno di cambiamento e di rinnovamento. Il mio tavolo sinodale (numero 9 – “Formazione integrale e permanente dei formatori” – La formazione missionaria dei battezzati alla fede e alla vita) era composto da diverse figure. Ognuna di esse ha influenzato con la propria esperienza di vita e le proprie conoscenze la risoluzione di alcuni punti poco chiari o incompleti. Anche io ho avuto l’opportunità di potere esprimere una personale considerazione su alcuni punti. Mi sono sentita ascoltata e compresa.

Entusiasmante e formativo è stato stare in stretto contatto con i delegati della mia Diocesi: Sua Eccellenza l’Arcivescovo Gualtiero Isacchi, Padre Luca Leone e un altro ragazzo giovane come me, Salvatore Badagliacca. Grazie alla nostra Diocesi abbiamo ricevuto questa grande opportunità proprio perché, hanno puntato tutto su noi giovani. I tavoli sinodali resteranno un memoriale nel mio cuore che ha cambiato la mia vita, mi sono sentita indispensabile come ogni membro è indispensabile all’interno del Corpo di Cristo, della Chiesa. Nella riconoscenza che tutti condividiamo la stessa missione: nessuno può salvarsi da solo, tutti siamo portatori di speranza. Mi ha colpito particolarmente il passo citato in assemblea:

“… noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo…” – 2 Corinzi, cap.4

Ho sperimentato in questi giorni che stiamo vivendo in un cambiamento d’epoca ma nulla è perduto. Questo tempo che stiamo vivendo è già stato previsto da Dio, era necessario viverlo per continuare sempre a riscoprire la fede, riscoprire la sinodalità tramite lo Spirito Santo che continua ad agire e a direzionare la nostra missione. Proprio come è stato presente durante queste giornate e durante il lavoro ai tavoli sinodali. Indubbiamente è stata una esperienza interamente formativa e toccante. Ho acquisito una visione diversa della realtà in cui stiamo vivendo e questo mi dona maggiore consapevolezza; grazie alle parole ricevute in questi giorni, non temo l’avvenire perché adesso so che non sono da sola, non sono l’unica che sente l’esigenza di essere missionaria ma vivo all’interno di una Chiesa Missionaria, faccio parte di questo Corpo che adesso si muove insieme, in sinodalità.

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