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dalla Redazione

Il 20 gennaio scorso si è svolto, presso la Chiesa Madre di Terrasini, un momento di preghiera che ha visto uniti in un cuor solo e un’anima sola il nostro Vescovo Gualtiero, che ha presieduto la Celebrazione, insieme ai seguenti fratelli e sorelle : per la Chiesa Luterana, la Pastora Barbara Vollmer, per l’Unione delle Chiese Metodiste e Valdese alla Noce Greetie Van der Veer, per la Chiesa Avventista del Settimo giorno il Pastore Alessandro Butera, per la Chiesa Evangelica della Riconciliazione – Comunità Canto di Sion in rappresentanza Elio Cangemi, per la Chiesa Anglicana, il Reverendo Gerry, per la Chiesa Ortodossa Romena, Padre Martinian Eppure, insieme ad un numero consistente di fedeli. Nell’anno in cui ricordiamo l’anniversario del Concilio di Nicea, la Celebrazione ecumenica della Parola di Dio è stata incentrata sul significato del credere e sull’affermazione della fede, sia personale che comunitaria: “Io credo” e, insieme, “Noi crediamo”. Nell’invito alla Celebrazione, il testo biblico che ha ispirato il tema della Settimana – e l’impegnativa domanda che ne è il cuore: “Credi tu questo?” – é stato proclamato in un dialogo tra tre lettori e l’assemblea. Il testo biblico di riferimento– tratto dal Vangelo Giovanni, 11, 17-27 – è stato scelto proprio in quest’ottica, e il tema precipuo “Credi tu questo?” (v. 26), prende spunto dal dialogo tra Gesù e Marta, durante la visita di Gesù alla casa di Marta e Maria a Betania, dopo la morte del loro fratello Lazzaro, come narrato dall’evangelista Giovanni. Questa domanda di Gesù è il fondamento della fede cristiana, é una domanda che percorre tutto il corso della storia e che ci interpella profondamente sul piano personale ed ecclesiale. “Credi tu questo?”: sì, significa credere nella persona di Cristo e nel suo Spirito sia nella storia e nella vita personale di ognuno di noi, sia come chiese cristiane. Anche nel cammino ecumenico si tratta di credere in Cristo nostra speranza, che nella sua Carne ha abbattuto il muro della divisione e ha fatto di due popoli una cosa sola (cfr. Ef 2, 14-15).
Abbiamo riflettuto sul fatto che l’ecumenismo non è soltanto un lavoro diplomatico, o l’intesa pratica in uno spirito di collaborazione per le diverse iniziative, ma è innanzitutto incontro personale con Cristo, guardarlo negli occhi e credere in lui e nella sua forza trasformante. Sebbene alcuni risultati siano stati raggiunti in questi ultimi decenni, siamo consapevoli di vivere in un tempo comunque segnato dalla drammatica esperienza della pandemia e della guerra in Ucraina e dalla delicata situazione in Medio oriente, sembra di trovarsi in un tempo sospeso dove tutto è congelato e immobile. E qui, quando ci sembra di poter dire con Marta “Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva!”, Cristo dice ancora una volta in questo momento storico: “Io sono la risurrezione e la vita (…) Credi tu questo?”. Dunque, siamo chiamati a credere nella risurrezione anche per quanto riguarda il cammino ecumenico. Sì, dobbiamo credere nella persona di Cristo. È lui che ha trasformato ogni immobilismo, ogni rigidità, ogni tentazione, ogni difficoltà in luce, ogni morte in vita. È lui che è entrato nelle nostre divisioni e le trasforma in perdono, misericordia, rinnovato amore reciproco, in una visione di unità poliedrica dell’unica Chiesa di Cristo (cfr. Evangelii Gaudium 236).
“Credi tu questo?”: significa allora credere nello Spirito di Cristo che ci guida alla verità tutta intera. Noi cristiani vogliamo sempre di più credere che lo stesso Spirito che ha contraddistinto i primi cristiani a Nicea, ci ha radunati insieme e ci sta facendo fare insieme un cammino di fraternità e di profonda accoglienza. Ancora oggi ci viene chiesto: credi tu questo? E ancora oggi possiamo dire che vogliamo credere fermamente in Cristo e nell’azione del suo Spirito, e crediamo che la divinizzazione dell’uomo, in comunione con gli altri nella reciprocità dell’amore, e dunque nella koinonia, possa costituire il centro della ecclesiologia cristiana e la meta del cammino ecumenico: tutti uno in Cristo, risurrezione e vita.
Che il Signore ci aiuti a proseguire in questo cammino!

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