Prosegue a Terrasini la manifestazione “I media della CEI … insieme per passione”. Ieri si è parlato di giustizia.

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Prosegue a Terrasini la manifestazione “I media della CEI … insieme per passione”. Ieri si è parlato di giustizia.

di Redazione

Il secondo pomeriggio del festival “I media della CEI insieme… per passione” ha avuto come tema la Giustizia e come filo conduttore la Parabola del Padre Misericordioso. L’incontro-conversazione è stato moderato da Alessandro Zaccuri, di Avvenire e ha visto la presenza di Lollo Franco, attore, regista teatrale e scenografo, Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Gaetano Armao, Assessore regionale all’economia e Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.

Lollo Franco ha esordito raccontando la sua esperienza di Direttore Artistico del Festino di Santa Rosalia di Palermo, uno dei 5 festini barocchi più importanti d’Europa. “Il festino – ha affermato – era gestito con affidamento diretto negli anni passati. Io ne ho fatti 5 attraverso un bando pubblico e quindi con il massimo di trasparenza”. Si è poi soffermato nel racconto dell’ultimo festino che ha visto come protagonisti alcuni reclusi del carcere. “Insegno da molti anni nelle carceri – ha proseguito – e grazie a questa opportunità ho fatto una compagnia teatrale con i detenuti. Il teatro aiuta la vita e poi il teatro stesso”. Da qui la sua idea di coinvolgere i detenuti del carcere di Palermo nella realizzazione del carro trionfale di Santa Rosalia: “Ho appreso da loro che costruiscono degli sgabelli per le loro esigenze carcerarie e da qui ho tratto l’idea per il progetto del carro trionfale di Santa Rosalia, che non è stato ispirato alla barca, come in passato, ma appunto ad uno sgabello”. Rispondendo poi alla domanda di Alessandro Zaccuri che gli aveva chiesto quale fosse, per lui, la parabola rappresentativa della giustizia, ha detto: “Per me la parabola rappresentativa della giustizia è quella della pecora smarrita, perché la descrizione del pastore che va in cerca della pecora smarrita, e la trova, e se la carica sulle spalle e non la bastona è un magnifico quadro dell’accoglienza e quindi della giustizia”.

Anche a Salvatore Martinez, è stato chiesto di scegliere una parabola e lui ha optato per quella del grano e della zizzania. Ha iniziato raccontando del suo filiale rapporto con mons. Pennisi che ha definito “il mio vescovo” (Martinez è originario della Diocesi di Piazza Armeria di cui mons. Pennisi è stato Pastore, ndr). “Tutte le parabole – ha esordito – partono dal cuore di Dio e ci dicono che in Dio non c’è il male. Chi fa il male non è figlio di Dio”. “La menzogna – ha proseguito – uccide, le parole possono dare la vita, ma possono dare la morte. Quanta violenza e quanta aggressività oggi viene diffusa dai media? Quanta aggressività respiriamo per le strade?” e, poi, “Come potrebbe esserci giustizia sociale, una giustizia che ripara il male, se c’è chi dice ‘buttate le chiavi delle prigioni in cui richiudere i colpevoli’, se c’è chi alza muri?”. “Se la libertà non è educata è già inferno” e infine. “La verità ci renderà liberi, non è la libertà che ci rende veri”.

Gaetano Armao, giunto in rappresentanza del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ammette: “La giustizia divina è una giustizia senza tempo”, e continua, “La politica spesso spinge verso la differenziazione, la marcatura delle differenze. La politica siciliana spesso è una giustizia esclusiva, garantisce, spesso solo promesse, soltanto a chi garantisce il voto agli eletti, che poi a loro volta devono ripagare con l’elezione. Non pensa al futuro della società ma soltanto agli interessi del piccolo gruppo”. “Andrebbe perseguita invece – ha concluso – una politica inclusiva, che guardi alla Sicilia dei nostri figli e nipoti e non appena a quello che si può realizzare domattina.”

A concludere la conversazione è stato il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che ha dichiarato: “Le parabole sono importanti perché raccolgono storie di persone imperfette quali noi siamo e in qualche modo ci ricordano che il bene ha bisogno del male, come il giorno della notte” e di conseguenza “Essere inquieti è segno di amore, essere quieti è segno di paura”. Ha poi concluso: “Abbiamo bisogno di essere educati da chi viene da fuori. Basti pensare all’importanza dei turisti nelle nostre città di mare. Possiamo evitare i guasti della globalizzazione se rispettiamo la mobilità, cioè l’arricchimento che ci viene da coloro che giungono tra noi”.

Il pomeriggio di oggi sarà dedicato alla Società. Ne converseranno a Palazzo d’Aumale, dalle 17:30, Mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone; Don Antonio Mazzi, Educatore e Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Alle 21:00, nello stesso luogo, il Concerto di Marcelo Cesena, compositore e pianista brasiliano, e una Rassegna di Cortometraggi in collaborazione con il festival “Corto Corto mon amour”. Direttore Artistico Vincenzo Cusumano con Sergio Perugini.

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