Concluso a Lugano il 1° Forum Paneuropeo delle Confraternite

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di Francesco Inguanti

Dopo due giorni di intenso lavoro si è concluso ieri 16 febbraio 2020 a Lugano il primo raduno europeo delle Confraternite che operano in Europa.

I rappresentanti delle Confraternite presenti nei più importanti stati del vecchio continente, dalla Spagna all’Italia, dalla Svizzera a Malta, dalla Spagna al Portogallo, fino anche ad alcuni paesi dell’est europeo, si sono incontrati, si sono conosciuti ed hanno deciso alla fine di prendere importanti decisioni per procedere in un comune cammino futuro.

I lavori si sono infatti conclusi con la costituzione di un primo organismo di coordinamento e con l’approvazione di un documento programmatico chiamato «Charta 2020». All’assise ha preso parte S.E. Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, nominato di recente Assistente ecclesiastico della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia.

La presenza più autorevole è stata senza dubbio quella di mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Nel suo qualificato intervento ha per prima cosa voluto ricordare alla memoria dei presenti i punti essenziali dell’omelia di papa Francesco in occasione della Giornata delle Confraternite e della pietà popolare tenutasi in piazza San Pietro il 5 maggio 2013. Essi erano: evangelicità, ecclesialità e missionarietà.

Dopo essersi soffermato sul significato che questi temi hanno oggi per la vita delle Confraternite ha aggiunto alcune personali considerazioni.

La prima relativa alla gratuità e al correlato tema dell’accoglienza. Ha inteso mettere in guardia tutti dal rischio di concepire l’esperienza cristiana come quella di una setta. Richiamando il principio evangelico: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” ha più volte ribadito che l’accoglienza riguarda tutti, senza alcuna discriminazione.

Ha poi introdotto il tema della nuova cultura con cui tutti dobbiamo fare i conti: quella digitale. Questa nuova cultura, di cui il telefonino è l’esempio più concreto e alla portata di tutti, ha prodotto un nuovo linguaggio e con esso nuovi comportamenti. Non bisogna a suo avviso lanciarsi nella condanna perché “noi stessi facciamo parte di questa cultura”, che lo vogliamo o meno. E l’elemento più significativo è ormai il fatto che la notizia arriva subito. “Noi, la nostra generazione – ha affermato – siamo vissuti nella dimensione del tempo e dello spazio. Oggi tutto ciò è superato”. Invitando quindi i Confrati a saper utilizzare questi nuovi mezzi, li ha richiamati a non fermarsi al solo aspetto della comunicazione. “Non basta – ha detto – mettere su internet le notizie della propria Confraternita. È necessario avviare anche da parte nostra una riflessione culturale”, sugli scenari che si sono aperti.

Per ultimo ha richiamato il tema della bellezza. Facendo appello alla grande eredità di beni artistici custoditi dalle Confraternite ha precisato che non basta conservare questi beni del passato, ma bisogna produrre nuova bellezza. Ha fatto appello alla figura del mecenate, invitando i confrati a divenire “nuovi e moderni mecenati”, evidenziando come l’arte sia espressione della fede.

Nel corso dei due giorni si è sviluppato un appassionato dibattito che ha consentito di conoscere e scambiare tra i presenti provenienti da tutta Europa molti temi e molte esperienze. Mons. Michele Pennisi ha introdotto i temi del confronto evidenziando la drammaticità del contesto sociale europeo caratterizzato “da una frammentazione dell’esistenza; in cui prevale spesso una sensazione di solitudine; in cui si moltiplicano spesso le divisioni e le contrapposizioni; dove c’è un crescente affievolirsi della solidarietà interpersonale”. I confrati possono quindi svolgere un compito importante perché permettono “a persone che condividono la stessa fede di mettersi assieme per vivere in pienezza la loro adesione a Cristo secondo le modalità previste da statuti che spesso risalgono a secoli passati”. Ha poi richiamato il tema delle radici cristiane dell’Europa, che “prima di essere affermate da una legge, dovrebbero essere presenti nella gente. Le Confraternite che aggregano laici possono contribuire a nutrire queste radici cristiane dell’Europa in un processo di nuova evangelizzazione”. Ha concluso riaffermando la responsabilità prima e più importante delle Confraternite, quella della evangelizzazione, invitando tutti a rendere evidente la coerenza tra la fede e la vita.

I lavori assembleari si sono conclusi con l’approvazione della «Charta 2020».

In essa si legge che ha lo scopo di “stabilire le finalità morali e materiali” che le Confraternite intendono perseguire, individuando “modalità e priorità, strumenti e sussidi necessari per realizzarle, rafforzare le sinergie attivando una solida rete di Confraternite a livello europeo”. Più avanti si ricorda l’importanza di alcuni gesti tipici delle Confraternite, quali le processioni, come “espressioni del popolo di Dio in cammino” e la carità, “quale somma virtù cristiana”. Quanto al “fare” il documento si richiama alla Dottrina sociale cristiana e all’adesione al servizio alla Chiesa.

La due giorni si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Pennisi il quale nell’omelia ha detto che “le Confraternite, come le altre aggregazioni ecclesiali sono esperienze significative per l’azione educativa della Chiesa, che richiedono di essere sostenute e coordinate. Nelle Confraternite si sperimenta la ricchezza di autentiche relazioni fraterne, ci si forma all’ascolto della parola di Dio e al discernimento comunitario e si matura la capacità di testimoniare con efficacia il Vangelo nella società”, e ha poi concluso: “Ogni confraternita è chiamata ad essere esperienza di fede, di speranza e di amore, via di santità nella vita ordinaria di ogni giorno. I membri delle Confraternite portano i santi per portare a Dio, scelgono un santo come patrono per allinearsi alla processione definitiva verso la celeste Gerusalemme”.

 

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